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Yoast SEO: la guida completa al plugin

Il logo di WordPress SEO by Yoast

Yoast SEO è uno dei plugin più importanti per WordPress, sicuramente il numero 1 se si parla di migliorare il posizionamento sui motori di ricerca.

In questa guida, aggiornata agli ultimissimi sviluppi del software (2019), vedremo come installare, configurare e sfruttare al meglio la potenza di Yoast SEO.

C’è tantissimo che puoi fare per incrementare il tuo ranking, perciò sotto con il lavoro!

Premessa: cos’è la SEO (e perché prima di installare Yoast SEO devi saperlo)

Yoast SEO è un plugin che si occupa di curare alcuni degli aspetti fondamentali della SEO. Questa sigla sta per Search Engine Optimization, ottimizzazione per i motori di ricerca. Se non sai cos’è, è opportuno che tu dedichi qualche minuto alla lettura della mia guida gratuita al posizionamento sui motori di ricerca. Potrai acquisire una panoramica completa sui requisiti e le tecniche da impiegare per scalare il ranking.

La SEO è una faccenda complessa, gli aspetti da considerare sono tantissimi. Installare e configurare correttamente Yoast SEO non è sufficiente a garantirti i risultati sperati. Perciò, armati di pazienza e analizza nel dettaglio ogni aspetto relativo al tuo sito: solo così Yoast SEO sarà un validissimo aiuto.

Tutto chiaro? Procediamo con la nostra guida!

Prima dell’installazione: controllare i requisiti e le impostazioni di WordPress

WordPress è un CMS (sistema di gestione dei contenuti) piuttosto ben ottimizzato. Una configurazione di base, con i plugin essenziali e alcuni piccoli accorgimenti, può essere sufficiente per molti progetti. Ma se si tratta di migliorare il proprio posizionamento, allora la faccenda si fa un po’ più complessa.

Controlla i requisiti con Site Health

Prima ancora di installare Yoast SEO è opportuno verificare lo stato di salute del sito. In particolare, occorre assicurarsi di adoperare un piano hosting performante (personalmente, per siti di piccole e medie dimensioni, consiglio Siteground, il miglior hosting WordPress), che la versione di PHP attiva sia tra le più recenti. E ancora, monitorare lo spazio occupato su disco, il database, i plugin installati ecc.

Per avere un’idea di cosa succede dietro le quinte del tuo sito, vai su Strumenti > Salute del sito (Site Health). Qui troverai un sacco di informazioni tecniche e di consigli per aiutarti a migliorare le prestazioni di base e la sicurezza del tuo sito.

Nelle vecchie versioni di WordPress Site Health non è disponibile di default, va installato come un semplice plugin. Un motivo in più per essere sempre aggiornati!

Assicurati di usare un piano hosting moderno

Stando alla pagina dei requisiti tecnici di WordPress, un piano di hosting adeguato dovrebbe includere una versione moderna di PHP, MySQL e il supporto HTTPS. È possibile lavorare su vecchi server, ma non è raccomandato. Con Health Check puoi visualizzare i dettagli tecnici della tua installazione. Inoltre, se apri la dashboard del tuo provider di hosting dovresti essere in grado di vedere le caratteristiche del piano attivato.

Assicurati di avere PHP 7.0 o più alto

Molti siti WordPress funzionano ancora su versioni obsolete di PHP. Circa la metà dei siti attivi adopera una versione PHP della serie 5, anche se PHP 7.0 e le versioni successive sono disponibili da più di tre anni!

Il problema è che le vecchie versioni di PHP non ricevono più aggiornamenti di sicurezza e sono quindi sempre più vulnerabili agli attacchi. Per questo, da dicembre 2019 la versione minima supportata da WordPress sarà la 7.0.

Quindi, una delle cose più importanti che puoi fare per migliorare le prestazioni e la sicurezza del tuo sito è l’aggiornamento del tuo ambiente di hosting a una versione moderna di PHP. I vantaggi che puoi ottenere? Velocità, efficienza, la possibilità di adoperare una serie di funzionalità moderne.

Controlla con Site Health la versione di PHP installata e, se necessario, accedi al pannello di controllo del tuo hosting provider per incrementarla. Se non sei esperto, chiedi all’assistenza tecnica del tuo provider. Soprattutto, prima di eseguire questa o altre operazioni di aggiornamento, effettua un backup del tuo sito e del database: la prudenza non è mai troppa!

Assicurati di avere installato un certificato di sicurezza SSL

Senza addentrarci troppo nel tecnico, il certificato SSL è un protocollo che ti permette di attivare la navigazione in modalità sicura (HTTPS, il famoso “lucchetto verde”). Un tempo questa scelta era opzionale e riservata solo agli e-commerce, per la sicurezza delle transazioni. Oggi è, di fatto, obbligatoria: i motori di ricerca potrebbero penalizzare i siti senza certificati e impostazioni SSL validi (e/o mostrare avvisi accanto ai risultati di ricerca).

Il protocollo SSL, inoltre, migliora la sicurezza del tuo sito, impedendo ad hacker e software di terze parti di intercettare richieste e dati. Non solo: attivare la navigazione in modalità sicura incrementa le prestazioni del sito. Per sfruttare le nuove tecnologie web più veloci come HTTP/2, i browser come Google Chrome e Firefox richiedono che il sito web abbia un certificato SSL valido.

Per attivare il certificato SSL e far navigare il tuo sito su HTTPS devi assicurarti anzitutto che il tuo piano hosting lo preveda, poi accedere alla dashboard dell’hosting e installarlo tramite l’apposita app. Se non sei in grado, puoi domandare aiuto all’assistenza tecnica. Fatto questo, per spostare tutto il tuo sito su HTTPS può essere utile un plugin come Simple SSL, molto semplice e potente.

Controlla la sezione “Impostazioni”

Vale la pena dedicare un po’ all’esame del menu “Impostazioni” del tuo pannello di controllo, poiché molte delle opzioni disponibili possono influire sul SEO di WordPress.

In particolare, devi assicurarti che in Impostazioni > Lettura non sia barrata la casella “Scoraggia i motori di ricerca ad effettuare l’indicizzazione di questo sito”. Questo, infatti, impedirebbe l’indicizzazione del sito, danneggiando la tua visibilità.

Assicurati anche che le impostazioni di scrittura e lettura siano corrette, come ad esempio la selezione della home e della pagina degli articoli, la categoria predefinita per i post, l’editor testuale selezionato (classico o Gutemberg).

Non dimenticare, inoltre, il titolo del sito e il “motto” in Impostazioni > Generali: potranno esserti molto utili!

Controlla la struttura dei permalink

Le impostazioni dei permalink definiscono la struttura degli URL, la quale, come saprai se hai letto la mia guida al posizionamento sui motori di ricerca, è importantissima per migliorare il ranking. Quindi, se stai creando un nuovo sito, una delle prime cose da fare è cambiare le impostazioni del permalink in Impostazioni > Permalink.

L’impostazione di default di WordPress prevede URL che assomiglino a questo:

nomedominio.it/?p=123

Tecnicamente è corretto, ma scarsamente “comunicativo”: l’ideale è avere indirizzi parlanti, cioè URL che contengano parole chiave o, in generale, spieghino anche a prima vista il contenuto della pagina. Tanto per restare in tema:

marcoloprete.it/test2/yoast-seo-wordpress-guida-completa/

Attenzione: è importante selezionare la struttura corretta nelle fasi iniziali di lavorazione del sito, poiché modificarla in un secondo momento può causare problemi di SEO (errori 404 da correggere poi con redirect).

Solitamente, a meno che non si abbiano particolari esigenze, la struttura raccomandabile è questa:

esempio.it/categoria/titolo-post

Per ottenerla, seleziona “Struttura personalizzata” e inserisci, dopo il tuo dominio, i tag /%category% e %postname%.

Yoast SEO: installazione e configurazione generale

Puoi installare Yoast dalla sezione Plugin > Aggiungi nuovo, effettuando la ricerca interna oppure caricando il file scaricato in precedenza. Alla configurazione generale si accede tramite il menu SEO > Generale. All’interno ci sono tre opzioni: Bacheca, Funzionalità e Strumenti per Webmaster. Analizziamole insieme!

La bacheca

All’interno di questa sezione troverai un riepilogo dei problemi segnalati da Yoast o delle notifiche. Presta attenzione soprattutto alla prima: può essere utilissima.

In questa pagina hai anche la possibilità di attivare l’installazione guidata. Poiché quel tipo di installazione è sufficientemente spiegata dallo stesso plugin, passo per passo, non la esaminerò, in favore della configurazione “manuale”.

Le funzionalità

Questa sezione ti offre la possibilità di attivare o meno alcune funzionalità di Yoast SEO. Vediamole:

  • Analisi SEO: offre suggerimenti per migliorare la strategia SEO del tuo testo;
  • Analisi leggibilità: offre suggerimenti per migliorare la struttura e lo stile del testo;
  • Contenuto cornerstone; ti consente di contrassegnare e filtrare i contenuti cornerstone (gli articoli e le pagine migliori e più importanti) sul tuo sito web;
  • Contatore di link nel testo: ti aiuta a migliorare la struttura del tuo sito;
  • Sitemap XML: abilita le sitemap XML generate da Yoast SEO;
  • Ryte integrazione: l’integrazione con Ryte verifica giornalmente che il tuo sito sia indicizzabile dai motori di ricerca e ti notifica quando ciò non si verifica;
  • Menu della barra di amministrazione: la barra di amministrazione di Yoast SEO contiene dei link utili a strumenti di terze parti per analizzare le pagine e rendere semplice verificare se si hanno nuove notifiche;
  • Sicurezza: nessuna impostazione avanzata per l’autore: la sezione avanzata della Yoast SEO meta box consente a un utente di rimuovere gli articoli dai risultati della ricerca o di modificare il canonical. Queste sono cose che potresti volere impedire ad un autore. Ecco perché, per impostazione predefinita, solo gli editor e gli amministratori possono farlo. L’impostazione su “Off” consente a tutti gli utenti di modificare queste impostazioni:

Personalmente, l’unica funzione che ho attivato sul mio sito è quella della sitemap. Il resto è disattivato, perché, ad esempio, per la leggibilità dei contenuti, i link interni e, più in generale, per la strategia SEO, preferisco affidarmi a Semrush, un tool di analisi SEO e web marketing potentissimo e professionale. L’ultima opzione è disattivata perché nessun altro all’infuori di me ha accesso al sito.

Riguardo la sitemap, vale la pena spendere due parole. Essa è raggiungibile all’indirizzo nomedominio.it/sitemap_index.xml. E’, questo, l’indice delle sitemap attive, perché Yoast SEO crea mappe per ciascuna tipologia di contenuti. Si tratta di una funzione molto utile, perché ti consente di escludere alcune tassonomie o alcuni tipi di contenuti dalla mappa e di impedirne l’indicizzazione. Vedremo come più avanti!

Strumenti per webmaster

Puoi usare i box di questa sezione per collegare una serie di strumenti tipicamente utili ai webmaster, come la Search Console di Google, e avere più informazioni per l’analisi. Seguendo i link per i differenti tool è possibile ricavare le istruzioni per i metodi di verifica e ottenere il codice.

Configurare l’Aspetto della ricerca

In questa sezione trovi alcune opzioni fondamentali, presenti nelle tab “Generale”, “Tipi di contenuto”, “Media”, “Tassonomie”, “Archivi”, “Breadcrumb”, “RSS”. Eccole nel dettaglio!

La sezione “Generale” e Schema.org

La prima tab attiva è “Generale”. All’interno di questa schermata puoi selezionare il separatore, il quale, ad esempio, apparirà fra il titolo del tuo articolo ed il nome del sito. I simboli sono visualizzati nella dimensione con cui appariranno nei risultati delle ricerche.

Scorrendo si arriva a “Homepage & prima pagina”, ma qui Yoast ci avvisa che è possibile impostare il titolo e la descrizione (title e meta description: se non sai cosa sono, corri a leggere la mia guida SEO!) della home page modificandola direttamente tramite il meta box che trovi al suo interno (lo spiegheremo dopo).

Infine, c’è la sezione dedicata a Knowledge Graph e Schema.org. Per avere maggior informazioni tecniche, leggi la mia guida al posizionamento sui motori di ricerca. Qui possiamo dire che queste informazioni sono metadati che compaiono nel Knowledge Graph di Google. Personalmente non uso Yoast per definire questi aspetti, adopero un plugin con maggiori funzionalità come WP SEO Schema (in versione premium). Tuttavia, se non hai esigenze particolari puoi benissimo partire da qui!

Tipi di contenuto, Tassonomie e archivi

Queste sezioni si occupano di questioni diverse ma hanno una logica analoga. L’idea è che tu possa decidere cosa indicizzare e cosa no, se attivare il meta box di Yoast nelle rispettive sezioni del pannello di controllo (il pannello di gestione delle configurazioni di Yoast che compare sotto l’editor di testo in tutti le pagine, post, categorie e tag) e come strutturare, in automatico, titoli e descrizioni.

Cominciamo da “Tipi di contenuto”. Qui, ad esempio, puoi decidere se far comparire sui motori di ricerca le pagine e gli articoli e qualsiasi altro tipo di contenuto preveda il tema o i plugin che hai installato. Non vuoi che gli articoli siano visibili? Clicca su “No” e non saranno mostrati (grazie all’inserimento automatico del tag “noindex” e al mancato inserimento nella sitemap).

Vuoi che nello snippet di Google non compaia la data di creazione della pagina o dell’articolo? Clicca su “Nascondi” in corrispondenza di “Data nell’anteprima dello snippet”.

Puoi, inoltre, impostare i titoli e le meta-descrizioni di questo genere di contenuti tramite delle variabili. Ad esempio, puoi strutturare il titolo delle pagine in questo modo:

|TITOLO DELLA PAGINA| |SEPARATORE| |NOME DEL SITO|

Per farlo, basta selezionare i tag corretti. Analogamente per le meta description, combinando magari i tag e informazioni aggiunge manualmente. Per es.

In questa pagina troverai tutti gli articoli di |TITOLO DEL SITO|

Stessa logica troverai nelle sezioni “Tassonomie”, dedicate a categorie e tag, e “Archivi”, con la possibilità di abilitare archivi diversi per autori diversi (nel caso in cui, ad esempio, il tuo sito abbia più autori) o l’archivio per data. Nella sezione “Archivi” puoi anche gestire i titoli delle pagine di ricerca e della pagina 404.

La gestione dei media, i breadcrumb, l’RSS

Nella sezione “Media” hai la possibilità di gestire gli url dei media e degli allegati. Ogni volta che carichi contenuti multimediali (un’immagine o un video ad esempio), WordPress non salva solo i file multimediali, ma crea un URL di allegato. Queste pagine di allegati sono tipicamente vuote, all’infuori dell’elemento multimediale e del titolo. Per questo motivo, se non si ha esigenza di adoperare gli URL degli allegati, è meglio disabilitarli e reindirizzarli all’elemento multimediale stesso. L’opzione è di default attivata.

I breadcrumb sono le “bricole di pane”, ovvero l’indicazione offerta all’utente della sua posizione rispetto alla mappa del sito. Per sapere cosa è esattamente un breadcrumb guarda il titolo di questa pagina; subito sopra troverai una cosa tipo:

Home » Blog » WordPress » Yoast SEO: la guida completa!

Questo è un breadcrumb. Attivarli è semplice: basta cliccare su “Abilitato” nella sezione “Impostazioni dei Breadcrumbs”. Inserirli è più difficile: occorre seguire questa guida. Per questo genere di operazioni, meglio affidarsi ad un professionista! In alternativa, se il tuo tema lo consente, puoi attivare i breadcrumb del tema.

Per tornare ai breadcrumb di Yoast, nella sezione relativa puoi configurare ogni aspetto. Dal separatore tra i breadcrumb, al nome della home page da visualizzare, alle tassonomie da mostrare nei breadcrumb per i post type (per esempio, per gli articoli voglio che compaia, come tassonomia, la categoria: Home » Categoria » Titolo articolo) e per le tassonomie.

Infine, nella sezione RSS puoi aggiungere automaticamente contenuti al tuo feed. Più nello specifico, spiega Yoast, è progettata per aggiungere link che rimandino al tuo blog e ai tuoi articoli, in modo che gli scrapers aggiungano a loro volta automaticamente questi link, aiutando i motori di ricerca a identificarti come la fonte originale dei contenuti. Solitamente non è una sezione cruciale, quindi puoi lasciare tutto così com’è!

Collegare la Console di ricerca e i social

Nella sezione “Console di ricerca” puoi consentire a Yoast SEO di recuperare le tue informazioni su Google Search Console. Basta inserire il Codice di Autorizzazione di Google. Per scoprire come collegare Yoast alla Search Console, leggi questo articolo.

Nella sezione “Social” puoi inserire gli url di tutti i tuoi account social (Facebook, Twitter, Instagram, ecc.). Questo risponde sempre alla logica di fornire al motore di ricerca quante più informazioni possibili sul vostro sito. Google, Bing e gli altri, infatti, hanno bisogno di capire bene chi siate, e per farlo questo genere di informazioni sono necessarie. Per collegare i social al vostro sito, puoi adoperare questa funzione di Yoast oppure un plugin più specifico (come dicevo sopra, io uso WP SEO Schema, il quale offre anche questa opzione).

A Facebook, Twitter e Pinterest sono inoltre dedicate delle sezioni specifiche. Nella tab “Facebook” è possibile attivare gli Open Graph, i metadati di Facebook che consentono di visualizzino un’anteprima con immagini e un riassunto di testo quando viene condiviso un link del tuo sito su Facebook. E’ possibile anche caricare un’immagine predefinita che il social adopererà per generare l’anteprima del link.

Analogamente, nella tab dedicata a Twitter potrai aggiungere i metadati della Twitter card. Abilita questa funzione se vuoi che Twitter mostri un’anteprima con le immagini ed un riassunto del testo quando un link del tuo sito viene condiviso.

Pinterest usa i metadati Open Graph come Facebook, dunque assicurati di averli attivati nella sezione apposita.

Gli strumenti: importazione, Robots.txt, htaccess e editor di massa

Yoast SEO fornisce ai suoi utenti una serie di strumenti potenti per controllare ogni aspetto del proprio sito. Tra questi:

  • Importa ed esporta: puoi esportare le configurazioni di Yoast dal tuo sito ad un altro;
  • Modifica file: questa sezione di permette di creare e/o modificare file importanti per la SEO, come il robots.txt e il file .htaccess;
  • Editor di massa: puoi cambiare rapidamente i titoli e le descrizioni dei tuoi post e pagine senza dover andare nell’editor di ciascuno di essi;

Particolarmente importante è la sezione “Modifica file”. Qui puoi anzitutto modificare il contenuto del tuo file robots.txt, il quale viene adoperato per fornire istruzioni preziose ai motori di ricerca. Per esempio, se vuoi bloccare l’indicizzazione di una pagina o una sezione, scrivi:

Disallow: /wp-admin/

Disallow: /titolo-pagina/

Chiaramente, questa sezione va modificata solo se sei esperto. Altrimenti, lascia tutto così com’è. Nel robots puoi anche aggiungere l’indirizzo della sitemap, per indicarla rapidamente al motore di ricerca, in questo modo:

Sitemap: https://www.marcoloprete.it/sitemap_index.xml

Se la modifica del robots.txt è una faccenda delicata, lo è ancora di più quella del file htaccess. Si tratta di un documento che contiene alcune regole Apache che danno indicazioni al server su come comportarsi nel momento in cui si verifica una specifica chiamata nei confronti di un documento web. Per esempio, nell’htaccess si gestiscono i redirect, i reindirizzamenti da una risorsa all’altra. Oppure vengono scritte le regole di caching dai plugin che svolgono questo compito. Insomma, meglio non metterci le mani se non si è esperti!

Utilizzare il Meta Box di Yoast SEO

Terminata l’esame della configurazione generale, accessibile tramite la voce di menu SEO che compare nella barra laterale del tuo pannello di controllo, non resta che esaminare il meta box di Yoast.

Il meta box è quella sezione che compare subito sotto l’editor di testo in ogni pagina, ogni articolo, ogni tassonomia (a meno che, s’intende, non l’abbiate disabilitata come abbiamo visto prima).

Questa si compone di tre sezioni: “Ottimizzazione dei contenuti” (il simboletto è il famoso semaforo), “Social” (l’icona della condivisione) e “Avanzate” (il logo dell’ingranaggio).

L’ottimizzazione dei contenuti: title, meta description e analisi della leggibilità

Nella prima tab, dedicata all’ottimizzazione dei contenuti, avrai la possibilità di modificare il tag title e la meta description. Se non sei soddisfatto del titolo generato automaticamente da Yoast (secondo le impostazioni definite nella sezione “Aspetto della ricerca”), puoi cliccarci su ed editarlo a tuo piacimento. Stessa cosa per la meta-descrizione. Tieni in conto la lunghezza di questi due campi: è opportuno non essere troppo sintetici e neppure troppo prolissi, tanto per ragioni di completezza e scorrevolezza che per questioni di spazio. Titoli e descrizioni troppo lunghe potrebbero essere “tagliate” dai motori di ricerca. Yoast, con un apposito indicatore, ti avviserà se title e description sono della lunghezza corretta.

Se hai lasciato attive tutte le opzioni della sezione SEO > Generale, qui troverai anche le indicazioni sulla leggibilità del testo, la ricorrenza della parola chiave principale su cui è impostato il contenuto e la possibilità di marcare il contenuto in questione come “cornestone”. Come ho già scritto, io preferisco ricavare questo genere di informazioni da tool più potenti come Semrush, ecco perché nel mio caso queste opzioni non sono attive.

La visualizzazione sui social

La seconda tab è dedicata ai social. Qui potrai personalizzare il titolo, la descrizione e l’immagine che compariranno su Facebook e Twitter. Modificando questi campi, sovrascriverete le informazioni che i social ricavano dalla lettura dei metadati della pagina. E’ un’opzione utile per, ad esempio, creare titoli accattivanti e descrizioni della giusta lunghezza. Le regole dei social non sono quelle dei motori di ricerca, e in generale è sempre opportuno pensare i contenuti a seconda dei canali su cui sono veicolati.

Le impostazioni avanzate: noindex, breadcrumb, canonical

Nella sezione “Avanzate” potrai scegliere se consentire ai motori di ricerca di mostrare il contenuto in questione (sia esso pagina, articolo o tassonomia) nei risultati delle ricerche. Potrai scegliere se mantenere l’impostazione generale, definita in “Aspetto della ricerca” oppure derogare ad essa, prevedendo un’eccezione.

La domanda “I motori di ricerca dovrebbero seguire i link…” fa riferimento all’applicazione del tag “nofollow”, con la possibilità di impedire ai motori di ricerca di “seguire” i link presenti nell’articolo/pagina. Questa opzione è importante nel caso si voglia gestire il link juice; per sapere cos’è, leggi la mia guida.

In questa sezione potrai, inoltre, modificare il titolo dell’articolo/pagina/tassonomia come compare nel breadcrumb lo URL canonical, cioè l’indirizzo a cui questa pagina dovrebbe puntare. Lascia in bianco per utilizzare il permalink di default.

Yoast free o premium?

Ho lasciato questa domanda per ultima, perché era opportuno, a mio parere, fornirti prima una disamina completa delle funzionalità di base di Yoast. Il quale offre, a pagamento, anche una serie ulteriore di strumenti. Le elenco qui:

  • Redirect manager: la possibilità di gestire comodamente i reindirizzamenti;
  • Advanced context detection: la possibilità di ottimizzare i contenuti testuali considerando anche i sinonimi e le forme correlate della keyword principale;
  • Internal linking: un tool che mostra quali post sono affini e che, dunque, potresti collegare a quello su cui stai lavorando;
  • Social previews: la possibilità di visualizzare un’anteprima del post come appare su Facebook e Twitter;
  • Orphaned content filter: gli “orphaned content” sono contenuti che non sono linkati da nessuna parte, dunque rischiano di essere irraggiungibili per gli utenti e i motori di ricerca. Questa funzione di Yoast ti aiuta a indentificarli e a valorizzarli;
  • Stale cornerstone content filter: un sistema che ti consente di monitorare i contenuti cornestone per assicurare un aggiornamento costante;
  • Support

Ora, i redirect possono essere gestiti o manualmente, tramite l’htaccess, oppure, se non sei esperto, tramite un altro plugin, Redirection, che è totalmente gratuito. Funzioni come l’advanced content detection e l’internal linking è opportuno svolgerle con SEO tools più avanzati, tipo Semrush (ma anche SEOZoom, ce ne sono tantissimi). Yoast non è adatto a un esame approfondito di questi aspetti. Le altre funzioni (orphaned content filter e stale cornestone content filter) non mi paiono cruciali. Insomma, la versione free è più che sufficiente.

Se hai bisogno di più potenza per la tua SEO, leggi tante guide (compresa la mia), impara ad usare gli strumenti professionali più potenti sul mercato e, alla peggio, affidati a un professionista.

Conclusioni

Bene, abbiamo terminato la nostra disamina di Yoast SEO, il plugin perfetto per gestire gli aspetti di base cruciali per migliorare il posizionamento del tuo sito WordPress. Come scrivevo sin dall’inizio, si tratta di un plugin importantissimo ma, di per sé, non risolutivo.

Posizionare un sito su un motore di ricerca è un’attività complessa, laboriosa, comporta prendere in considerazione tantissime variabili, dunque sarebbe ingenuo pretendere che installare il solo Yoast basti. E’ opportuno avvalersi di tool di analisi più potenti (e specifici), pianificare bene la struttura e i contenuti, lavorare su altri aspetti importantissimi per la SEO, quali ad esempio la velocità e la link popolarity, che richiedono strumenti diversi da Yoast.

Certamente, però, Yoast SEO è un must per i siti WordPress. Spero con questa mia guida di averti dato le giuste indicazioni e di averti messo sulla strada corretta. Se l’articolo ti è piaciuto, lascia un voto sotto. Se hai curiosità, puoi lasciare un commento. Grazie!

AUTORE
Foto di Marco Loprete

Marco Loprete

Sono un web designer / developer specializzato in WordPress e un esperto consulente SEO. Laureato in Scienze della comunicazione all'Università di Macerata con il massimo dei voti, da oltre dieci anni lavoro al fianco di enti, aziende e professionisti per ottimizzare la loro presenza online. Il mio obiettivo è trasformare il sapere digitale in strategie efficienti che portino a risultati concreti.

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